lunedì

ETHIOPIA 2008

I primi di Giugno sono partita per l’Ethiopia e sono tornata il 27 Luglio, è stata una missione bellissima e super interessante!
Sono andata per “l’emergenza nutrizione”! Il paese è stato colpito da una enorme crisi di malnutrizione, il nostro target erano per la maggioranza bambini. Con mia grande sorpresa molti adulti erano affetti dalla stessa malattia! Quindi molti adulti sono stati ammessi al programma di “severe malnutrition”. Non scorderò mai un ragazzino di 17 anni completamente anoressico, tanto da non poter camminare e da non accorgersi di quando doveva andare in bagno, il padre passava l’intera giornata nel SC (stabilization Centre, che è il centro di stabilizzazione dove i casi più gravi venivano trasferiti e curati), a ripulirlo; l’ho visto uscire dalla clinica dopo qualche settimana sulle proprie gambe!

È stata la mia prima missione in cui non ero ostetrica, anche se devo confessare che un paio di donne gravide le ho visitate, in uno dei centri di salute a cui ci appoggiavamo per il nostro programma nutrizione mi hanno chiesto consiglio un paio di volte su due donne gravide…  Questa volta ero una infermiera con il compito di aprire vari ambulatori per la malnutrizione sparsi per la regione in cui eravamo presenti (SNNPR). I casi non estremamente gravi, che si potevano seguire una volta a settimana dandogli il famoso Plumpy-Nut (PPN), un sacchettino da 500 Kcal, in base ai chili del paziente si davano uno o più sacchettini da mangiare nell’arco della giornata.. praticamente è una crema di arachidi. Questo sacchetto è la cura per la malnutrizione! Dicevo, i pazienti che passavano il test dell’appetito e che non avevano altre complicazioni correlate e non alla loro malattia potevano andarsene a casa con i loro sacchetti…, i pazienti che non passavano il test, quindi anoressici, o che avevano l’edema troppo elevato e sto parlando veramente gonfi a livello delle mani, delle gambe e piedi e della faccia, o altre complicazioni venivano invece caricati sulle super macchine e portati allo stabilazion centre (SC) dove incominciavano ad essere reidratati con una soluzione particolare apposita per i malnutriti e con una composizione di latte leggero non troppo ricco di nutrienti altrimenti il fisico è troppo debole per poter digerire e assorbire gli elementi nutritivi.. dopo qualche giorno di adattamento si può tornare al famoso PPN e se il fisico risponde bene il paziente poteva tornare a casa e veniva seguito una volta alla settimana. Scusate se parlo al passato, ma è un errore perché questo continua a succedere ancora oggi!
I miei compagni ancora si trovano in Etiopia, il programma continua ad andare avanti per ancora qualche mese, finché ce ne sarà bisogno.

Quanti bambini e adulti ho visto passare davanti ai miei occhi, non mi posso ricordare di tutti, ma alcuni ti entrano di più nel cuore, non so spiegare il perché, forse il cuore non può ospitare tutti!

La storia che più mi ha colpito è la storia di una bambina di 2 anni e di 3kg con i dentini davanti.
Era uno dei primi giorni in cui ero in Shinchicho, mi trovo ad aprire il mio secondo OTP (ambulatorio) a Gaecha, un paesino sperduto nelle montagne (high-land) che quando piove anche il nostro super Landover 4X4 fa fatica a salire e scendere per la strada piena di fango. Inizialmente non c’erano troppissimi pazienti, il messaggio non era stato sparso per bene, ma quando la notizia che delle persone con le famose magliette bianche distribuivano del cibo si è divulgata, in giro di qualche ora i pazienti si sono duplicati arrivando anche dalla montagna affianco. Infatti la settimana seguente abbiamo aperto un altro OTP dato dal gran numero di pazienti ammessi al programma provenienti da Waro, il paesino posto nella montagna di fronte. La mia bambina proveniva proprio da Waro. Noto questo padre molto magro con in braccio questo scricciolo di bambina avvolta in uno straccio di telo sporchissimo. La bambina ha due anni e pesa 3 kg, giusto per ricordarvi un bambino nato a termine gravidanza  normalmente pesa intorno hai 3.2 – 3.5 Kg, completamente disidratata, con le guance incavate sotto gli zigomi, non lo nascondo ma gli occhi mi si riempiono di lacrime, mi trattengo. Cerco di spiegare al padre che deve seguirmi al centro di stabilizzazione, lui rifiuta di venire perché non può lasciare la casa incustodita. È vero che il SC è lontano, dista qualche ora di macchina e di sicuro che deve passare qualche giorno al centro. Gli spiego che la bambina ha bisogno di cure che in questo OTP non le possiamo dare. Lui continua a rifiutare e mi spiega che sua moglie è morta da poco e che di recente un branco di scimmie gli ha devastato la coltivazione e il raccolto che aveva accumulato nonostante l’assenza di acqua dei mesi precedenti. Io gli spiego che se non viene molto probabilmente la bambina non avrebbe resistito molti altri giorni.. le donne vicino e altri padri insistono perché lui venga con noi a Shinchicho. Quando ormai non ci speravo più forse capisce quanto sia grave la situazione della piccolina si convince e al termine della giornata sale sulla macchina stipata di altri genitori con relativi figli severamente malnutriti! Quel giorno abbiamo fatto due pieni di macchina, i passeggeri che si possono portare sono in totale circa 11 contando l’autista.  Quella bambina si è salvata, siamo arrivati in tempo, è rimasta con noi per un paio di settimane, in giro di un paio di giorni beveva da sola il latte dalla tazza!
Il padre ogni volta che mi vedeva mi ringraziava, ha capito che sua figlia era messa veramente male anche perché sfortunatamente altri bambini invece non ce l’hanno fatta nonostante fossero nelle mani di esperte infermiere e dottori miei colleghi.
Quando li abbiamo riaccompagnati a casa, quando la bambina era guarita, mi sono tolta la mia maglietta a maniche lunghe perché mi sembrava fosse troppo freddo quel giorno, avvolgo la bambina e saluto i due ricordando al padre che l’indomani deve tornare all’OTP per poter essere seguiti settimanalmente e per ricevere la razione di PPN.
Il giorno seguente li rivedo all’OTP e realizzo che il padre indossa la mia maglietta! Ma la bambina finalmente è avvolta in una propria copertina!

Di storie come questa ne ho altre, ma come dicevo questa è quella che più mi ha colpito!
Posso dirvi che la situazione era abbastanza grave, molti bambini sono morti prima del nostro arrivo, ma molti altri sarebbero morti se non fossimo intervenuti!

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